
Viaggi di lavoro in calo: italiani preferiscono le videoconferenze
Il settore dei viaggi di lavoro in Italia sta vivendo una trasformazione profonda, fortemente influenzata da fattori sociali, economici e tecnologici. La pandemia ha rappresentato un punto di svolta, modificando le abitudini di spostamento dei lavoratori italiani e dando impulso a una maggiore attenzione all'equilibrio vita-lavoro. Solo il 64% dei business traveller italiani è disposto a viaggiare nei prossimi 12 mesi, segnando un calo rispetto al passato. Le aziende, per contenere i costi crescenti di trasporto e alloggio, hanno ridotto significativamente le trasferte, favorito da una maggiore sensibilità verso la salute mentale e il benessere dei dipendenti. Parallelamente, la diffusione capillare delle videoconferenze, strumenti ormai imprescindibili, permette di sostituire molte trasferte senza gravi ripercussioni operative, anche se resta il rischio di perdere l'importanza del contatto diretto, cruciale nelle trattative e nel networking. Si evidenzia inoltre una netta differenza di percezione tra i lavoratori, la maggior parte dei quali vede il viaggio ancora come elemento essenziale, e i CFO, che prediligono la digitalizzazione per ottimizzare i costi e garantire continuità operativa. Infine, le aziende si orientano verso un modello ibrido di business travel che integra tecnologia e incontri fisici, mirando a un equilibrio sostenibile fra efficienza economica e valore relazionale, in un panorama che richiede innovazione e flessibilità costante.