
Università danesi: calano le scienze umane, crescono gli internazionali
L'istruzione superiore danese sta vivendo una trasformazione significativa, con un calo drastico delle domande per le scienze umane (-42% nell'ultimo decennio) e un incremento notevole degli studenti internazionali (8% in un anno, con +110% per studenti non europei). Questa dinamica riflette una percezione diffusa di scarse opportunità lavorative per le lauree umanistiche, favorendo settori STEM e corsi in inglese, mentre le lingue straniere tradizionali come tedesco e francese perdono interesse (solo 61 iscritti e -13%). Parallelamente, le università danesi hanno adottato strategie di internazionale per attrarre studenti stranieri, rafforzando la loro reputazione globale e stimolando lo scambio culturale, anche se emergono sfide di integrazione e mantenimento della qualità accademica.
Le cause del declino delle discipline umanistiche vanno oltre l'appeal occupazionale: il sistema premia ambiti tecnologici e scientifici, mentre il valore culturale delle scienze umane rimane dibattuto, pur potendo ritrovare centralità nel futuro. L'internazionalizzazione cresce soprattutto grazie agli studenti extra-UE, attratti da una società aperta e innovativa; tuttavia, la marginalità degli umanisti stranieri segnala che questo settore non beneficia del fenomeno. Inoltre, la predominanza dell'inglese accademico contribuisce al declino delle altre lingue europee, con potenziali effetti negativi su diplomazia e relazioni economiche.
Confrontando il fenomeno con trend globali simili, la Danimarca si distingue per rapide trasformazioni e capacità di innovare i propri corsi. Le università devono bilanciare apertura internazionale e salvaguardia delle radici culturali, evitando la perdita del patrimonio umanistico. Guardando al futuro, il sistema universitario danese punta a mantenere la leadership europea nell'istruzione superiore globale, conciliando crescita, inclusività e tradizione, offrendo così un modello utile anche al contesto europeo più ampio.