
Trump e l’IA: Deregulation e nuovi orizzonti formativi
La recente politica sull'intelligenza artificiale (IA) dell'amministrazione Trump si caratterizza per una marcata deregolamentazione rispetto alle normative precedenti, con l'obiettivo di favorire l'innovazione tech statunitense rimuovendo barriere burocratiche. Il piano, denominato "American Innovation First", revoca le direttive stringenti di trasparenza e auditing promosse da Biden e propone oltre 90 misure per facilitare lo sviluppo dell'IA, inclusi incentivi ai partenariati pubblico-privati e "zone di innovazione" con regolamentazioni più leggere. Questo approccio contrasta nettamente con la strategia europea dell'"AI Act", che privilegia una regolamentazione precauzionale e la tutela dei diritti fondamentali, promuovendo un controllo basato sui rischi delle applicazioni IA in vari settori. Il modello americano punta invece a un'accelerazione dell'adozione tecnologica, puntando su libertà di innovare e competitività globale, ma presenta rischi legati a scarse misure di sicurezza, protezione della privacy e possibili disparità sociali. Fondamentale è il ruolo della formazione: per accompagnare l'espansione dell'IA serve un massiccio investimento nell'educazione STEM e digitale, al fine di preparare una forza lavoro capace di governare e sfruttare le nuove tecnologie, evitando polarizzazioni e esclusioni. La deregolamentazione, seppur promettente in termini di sviluppo e creazione di ecosistemi innovativi, richiede una bilanciata attenzione ai temi etici, sociali e di sostenibilità per garantire un futuro inclusivo e sicuro.