Tassare AI e Bitcoin per l'ambiente: realtà o utopia?

Tassare AI e Bitcoin per l'ambiente: realtà o utopia?

Negli ultimi anni, l'espansione fulminea di tecnologie digitali come l'intelligenza artificiale (AI) e le criptovalute, in particolare Bitcoin, ha sollevato questioni critiche relative al loro impatto ambientale. Il crescente fabbisogno energetico di data center e di processi come il mining di Bitcoin aumenta significativamente le emissioni e consuma risorse elettriche su scala nazionale. Laurence Tubiana, figura chiave della politica climatica, ha avanzato la proposta di introdurre una "tassa per il clima" su queste tecnologie per finanziare la lotta contro la crisi climatica. Tale misura rappresenterebbe non solo un nodo fiscale ma anche un incentivo etico e politico per promuovere maggiore efficienza energetica e sostenibilità nel settore. Nonostante i benefici potenziali, emergono criticità, come la possibile frenata all'innovazione e il rischio che aziende tecnologiche si spostino in paesi meno regolati, oltre a problemi di governance internazionale e di equità sociale. L'attenzione crescente delle banche centrali nei confronti delle criptovalute rafforza il quadro normativo e fiscale, mentre l'adozione di tasse mirate si inserisce in un contesto globale che include già misure per settori ad alta emissione, come l'aviazione privata. Il futuro di questa fiscalità digitale verde dipenderà dalla cooperazione internazionale, dalla gradualità delle misure e da incentivi paralleli all'adozione di tecnologie più sostenibili. La proposta Tubiana segna quindi un punto di svolta nel dibattito fra innovazione tecnologica e responsabilità ambientale, ponendo al centro della riflessione il necessario equilibrio fra progresso e tutela del clima.