
Speranza e cultura: il Mondo che non c’è nelle carceri italiane
La decima edizione della Giornata Nazionale del “Mondo che non c’è”, tenutasi a Spoleto il 3 luglio 2025 e promossa dal Centro Studi per la Scuola Pubblica (CESP), ha rappresentato un'importante occasione di riflessione sulle condizioni nelle carceri italiane, focalizzandosi sul recupero dei detenuti, la risocializzazione e il ruolo fondamentale della cultura nelle istituzioni penitenziarie. Con oltre 700 partecipanti tra operatori, volontari, ex detenuti, studenti e istituzioni, l’evento ha denunciato lo stato attuale delle carceri italiane segnato da sovraffollamento, carenze strutturali e mancanza di attività riabilitative, evidenziando come la situazione determini un circolo vizioso di marginalità. In questo contesto critico, la cultura emerge come strumento potente di emancipazione: le biblioteche, i laboratori artistici e teatrali, come quelli proposti dalla Compagnia #SIneNOmine, rappresentano occasioni di crescita personale e socializzazione, fondamentali per ridurre la recidiva e costruire nuove identità. Le testimonianze degli ex detenuti hanno portato allo scoperto le difficoltà reali legate allo stigma sociale e alla precarietà, ma hanno anche segnalato l’importanza di un tessuto associativo e istituzionale collaborativo. L’intervento del Presidente della Corte Costituzionale ha sottolineato la gravità della situazione e la necessità di garantire i diritti umani e la funzione rieducativa sancita dalla Costituzione. Le tavole rotonde hanno evidenziato l’importanza delle biblioteche e delle misure alternative alla detenzione come strumenti di inclusione e responsabilizzazione. Infine, la giornata ha ribadito l’importanza di investire nella cultura e nella collaborazione interistituzionale per trasformare il "mondo che non c’è" in un futuro di speranza e cittadinanza piena, puntando su un approccio che superi la mera detenzione per promuovere il recupero e la dignità umana.