
Sanzioni USA e crisi politica in Ucraina: quale futuro?
La crisi ucraina del 2025 rappresenta un complesso scenario geopolitico caratterizzato da una guerra protratta, tensioni tra Stati Uniti, Russia e Ucraina, e un confronto internazionale che si mostra sempre più problematico. Da una parte, il sostegno occidentale verso Kyiv è solido ma polarizzante, con Washington che si trova divisa tra la pressione dei neoconservatori per una linea dura e la stanchezza interna. I negoziati di pace sono falliti ripetutamente, mentre le azioni militari e le sofferenze civili si intensificano, generando una crisi permanente senza soluzioni evidenti.
L'arrivo di Trump alla Casa Bianca ha enfatizzato retoriche aggressive e minacce di sanzioni economiche contro Mosca, soprattutto i cosiddetti "dazi anti Putin", però tali misure paiono avere scarso impatto reale. L'economia russa ha già adattato le proprie strutture e relazioni commerciali alternative, specialmente con Asia e Medio Oriente, limitando l'efficacia delle nuove restrizioni. Inoltre, gli effetti boomerang sulle economie alleate, i timori di rincari energetici e i contraccolpi nel mercato globale mettono in dubbio la coerenza e la strategia USA, spesso percepita come instabile e improvvisata, indebolendo il ruolo di Washington come mediatore credibile.
Sul fronte interno ucraino, la leadership di Zelensky affronta crescenti proteste e il rischio di sostituzione, in un contesto di stanchezza popolare e crisi sociale. Questa instabilità politica potrebbe complicare ulteriormente gli sforzi occidentali e l'equilibrio regionale, con scenari di radicalizzazione o apertura verso alternative meno favorevoli all'Occidente. Nel complesso, l’assenza di un progetto diplomatico chiaro, l'incertezza nelle decisioni USA e le dinamiche multidimensionali della guerra rendono questa una crisi senza uscita facile, dove solo una svolta diplomatica condivisa potrà aprire la strada a una pace duratura.