
Riforma pensioni 2025: crollano gli anticipi e Opzione donna
La riforma pensioni 2025 ha causato un marcato calo del 17,4% delle pensioni anticipate nel primo semestre, passando da 118.550 a 98.356 liquidazioni rispetto al periodo precedente. Questo declino è dovuto principalmente all'inasprimento dei requisiti normativi per l'accesso all'anticipo, e al timore crescente tra i lavoratori, soprattutto giovani, che un'uscita anticipata comprometta l'importo futuro della pensione. Inoltre, l'incremento dei controlli amministrativi e l'incertezza normativa frenano le domande. Particolarmente colpita è Opzione donna, misura dedicata al pensionamento anticipato delle lavoratrici, che ha visto un drastico calo a soli 1.134 casi nel primo semestre 2025, risultato dell'aumento dell'età minima e dell'anzianità contributiva richiesta. Tale restrizione rischia di accentuare il gender gap previdenziale, poiché le donne affrontano spesso carriere discontinue e responsabilità familiari che incidono sulla pensione. Il gap tra pensioni maschili e femminili resta motivo di preoccupazione, con importi medi più bassi per le donne, aggravato dalle condizioni lavorative meno stabili e part-time. L'importo pensionistico medio di 1.215 euro mensili mette in luce la difficoltà di mantenere un tenore di vita dignitoso, soprattutto per chi anticipa il pensionamento. L'età media di pensionamento si è alzata a 61,3 anni, segno della rigidità della riforma e della necessità di rimanere più a lungo al lavoro. Nel complesso, la riforma impone una maggiore permanenza nel mercato del lavoro, con ripercussioni occupazionali e sociali, specie per le donne, e solleva la questione di un sistema previdenziale più equo e flessibile, capace di ridurre le disuguaglianze di genere e fornire migliori strumenti di uscita.