
Referti medici in IA: i rischi secondo il Garante Privacy
L'integrazione dell'intelligenza artificiale (IA) nella sanità italiana ha accelerato notevolmente, soprattutto dopo la pandemia, permettendo diagnosi e analisi più rapide tramite il trattamento di grandi volumi di dati clinici. Tuttavia, il Garante Privacy ha sollevato preoccupazioni significative riguardo all'uso di piattaforme digitali basate su IA per l'interpretazione autonoma dei referti medici da parte dei cittadini. La scarsa consapevolezza degli utenti circa i rischi di privacy e la sicurezza dei dati sanitari espone a potenziali violazioni e abusi, inclusa la possibile diffusione non autorizzata delle informazioni sensibili, con conseguenze personali e sociali rilevanti.
Uno dei rischi più critici evidenziati riguarda la possibilità che l'IA generi diagnosi errate, dovute a dati di training non adeguati o alla mancanza di contestualizzazione clinica, fenomeno che solo l'intermediazione umana qualificata può mitigare efficacemente. Il Garante sottolinea come nessun algoritmo possa sostituire il giudizio di medici e professionisti sanitari, sottolineando l'importanza di un approccio integrato tra tecnologia e competenza umana per garantire diagnosi accurate e sicure.
Dal punto di vista normativo, la regolamentazione italiana ed europea riconosce la delicatezza dei dati sanitari, imponendo stringenti misure di protezione e responsabilità professionali nell'uso delle tecnologie IA. L'adozione sicura e etica dell'intelligenza artificiale richiede inoltre un impegno congiunto di istituzioni, sviluppatori e utenti per sviluppare standard certificativi e promuovere l'alfabetizzazione digitale, al fine di creare un ambiente sanitario digitale trasparente, responsabile e accessibile a tutti.