Pensioni 2025: il tasso di sostituzione e la tutela dei redditi bassi

Pensioni 2025: il tasso di sostituzione e la tutela dei redditi bassi

La riforma pensioni 2025 rappresenta un punto cruciale per il sistema previdenziale italiano, che mira a coniugare sostenibilità economica, equità sociale e tutela delle fasce più deboli. Al centro del dibattito vi è il tasso di sostituzione, indicatore chiave che mostra come i pensionati con redditi bassi godano, proporzionalmente, di una continuità di reddito maggiore rispetto a quelli con retribuzioni elevate, generando questioni di equità e sostenibilità. Questo fenomeno paradossale, evidenziato dal rapporto annuale Inps 2025, si inserisce in un contesto di disparità di genere accentuate, con pensioni maschili mediamente più elevate rispetto a quelle femminili a causa di differenze storiche nelle carriere lavorative e contributive.

L’esperienza tedesca, con una proposta di prelievo solidale sulle pensioni alte per sostenere le fasce più deboli, alimenta un confronto internazionale prezioso per il sistema italiano, chiamato a bilanciare giustizia sociale e sostenibilità finanziaria. Le misure già adottate in Italia, come integrazione al minimo e assegni sociali, necessitano ora di nuove strategie, inclusa una possibile riforma dei contributi figurativi a favore di lavoratori con carriere discontinue, in particolare donne e giovani, oltre a un’intensificazione dell’educazione previdenziale.

Infine, il rapporto evidenzia che la riforma va oltre la tecnica previdenziale coinvolgendo l’intero tessuto sociale: una pensione adeguata è cruciale per contrastare povertà, mantenere la coesione intergenerazionale e sostenere la fiducia nel sistema. La sfida italiana risiede nel costruire un equilibrio tra solidarietà e proporzionalità contributiva, prevenendo l’ampliarsi delle disuguaglianze nella fase più vulnerabile della vita e garantendo un futuro previdenziale stabile e inclusivo.