
Pechino respinge accuse Ue su TikTok e gestione dati
L'indagine dell'Unione Europea su TikTok, società controllata dalla cinese ByteDance, ha acceso un dibattito fondamentale sulla privacy digitale e la sicurezza dei dati personali in un mondo sempre più connesso. L’UE, attraverso la normativa GDPR, si preoccupa che i dati degli utenti europei possano essere trasferiti e archiviati in Cina, con potenziali accessi non autorizzati, sollevando sospetti sulle possibili interferenze del governo cinese. TikTok afferma di rispettare le normative vigenti, mentre la Cina ribadisce la propria volontà di protezione della privacy, avendo norme diverse ma ufficialmente in linea con gli standard internazionali. Il caso coinvolge l’autorità irlandese per la protezione dati, responsabile della filiale europea di TikTok, che conduce un’indagine approfondita sulle pratiche di raccolta, conservazione e trasferimento dati.
Le differenze regolamentari tra l'UE e la Cina rappresentano il cuore della questione. Il GDPR europeo impone standard stringenti, come la trasparenza e il consenso esplicito degli utenti, mentre la Cina dispone della PIPL, una legge moderna ma con principi differenti, in particolare nella trasparenza e nell’autonomia dell’utente. Da parte europea, la preoccupazione non riguarda solo la compliance normativa, ma anche i rischi geopolitici legati al controllo delle infrastrutture digitali, specie in un contesto di rivalità tecnologica globale. Le reazioni europee oscillano tra richieste di chiarezza e misure cautelative, con particolare attenzione alla privacy dei giovani utenti di TikTok.
Infine, la vicenda assume un carattere politico-ampliato nel confronto tra UE e Cina. Pechino respinge le accuse parlando di pregiudizi e strumentalizzazioni politiche, evidenziando i propri investimenti nella cybersicurezza e la cooperazione internazionale. Tuttavia, permane un clima di diffidenza sull'effettiva trasparenza delle aziende cinesi e sulla possibilità di controlli indipendenti esterni. La sfida futura risiede nel trovare un equilibrio tra sicurezza digitale, tutela dei dati e relazioni commerciali senza degenerare in protezionismi o discriminazioni, valorizzando trasparenza e collaborazione come basi per una governance digitale globale efficace e affidabile.