
Occupazione giovanile: i nuovi dati INPS sfidano i luoghi comuni
Il Rapporto annuale INPS sul lavoro evidenzia una crescita significativa e inedita dell'occupazione giovanile in Italia tra il 2019 e il 2024, contraddicendo i luoghi comuni sulla precarietà e fuga dei talenti. Nel periodo considerato, l'occupazione under 35 è aumentata di oltre un milione e mezzo di assicurati (+5,9%), con 719 mila giovani che hanno trovato lavoro. Particolarmente rilevante è la crescita dell'11,2% di occupati in questa fascia d'età rispetto al totale, segnale di una dinamica positiva non solo quantitativa ma anche qualitativa, dunque con impieghi più stabili e garantiti. Il settore privato è stato il motore trainante di questa evoluzione, contribuendo per oltre 547 mila posti di lavoro giovanili, grazie soprattutto all'industria, al terziario avanzato e ai servizi tecnologici innovativi.
Il Mezzogiorno d'Italia evidenzia una inversione di tendenza dopo anni di difficoltà, con un aumento del 7,4% degli assicurati, merito di politiche incentivanti per l'imprenditoria giovanile e la creazione di distretti innovativi. Un elemento chiave riguarda anche i programmi per il rientro dei cervelli: laureati e diplomati rientrano grazie a misure fiscali e iniziative di ricollocamento, arricchendo il mercato del lavoro con competenze internazionali. Questi fattori fanno emergere un quadro più positivo rispetto alle narrazioni precedenti e invitano la politica, inclusi leader come Landini e Schlein, a rivedere analisi e strategie basate su dati aggiornati.
Nonostante i progressi, permangono criticità come il mismatch tra formazione e domanda, la persistenza dei NEET e salari inferiori alla media europea. Inoltre, il welfare deve evolvere per sostenere meglio le nuove generazioni di lavoratori, bilanciando crescita numerica con qualità della carriera e conciliazione vita-lavoro. Il Rapporto INPS suggerisce una nuova narrazione incentrata sull'effettiva vitalità del mercato giovanile italiano, sottolineando che la crescita occupazionale non è un fenomeno isolato ma una tendenza strutturale da valorizzare, rappresentando una sfida fondamentale per politica e sindacati nel prossimo futuro.