
Nascita del Mar Rosso: scoperta italiana rivoluziona la geologia
Nel luglio del 2025, un gruppo di ricercatori italiani del CNR di Bologna ha rivoluzionato la comprensione geologica della nascita del Mar Rosso, pubblicando uno studio su "Nature Communications". Questa ricerca innovativa ha evidenziato come il magmatismo, ovvero la risalita del magma dal mantello terrestre, abbia giocato un ruolo cruciale nell'apertura della fossa e nel progressivo indebolimento della crosta terrestre, favorendo la separazione delle placche africana e arabica. Utilizzando tecnologie avanzate come carotaggi profondi, indagini sismiche ad alta risoluzione e modellazioni numeriche, il team ha ricostruito con precisione i processi di rifting continental e le dinamiche tettoniche, superando modelli interpretativi precedenti e offrendo nuove chiavi di lettura per fenomeni geologici simili a livello globale.
Il Mar Rosso rappresenta un laboratorio naturale unico per lo studio delle giovani dorsali oceaniche e dei fenomeni associati alla nascita degli oceani. La sua posizione strategica e la sua lunga storia geotettonica lo rendono centrale non solo per la geologia, ma anche per le applicazioni pratiche, in particolare nel campo delle risorse energetiche rinnovabili. Lo studio ha individuato aree di particolare interesse per lo sviluppo di energia geotermica, soprattutto nei territori dell’Arabia Saudita, dove sono già in corso progetti pilota basati sui nuovi modelli interpretativi italiani. La pubblicazione, accolta con consenso internazionale, ha rafforzato la leadership scientifica italiana nel settore e sottolinea l’importanza della ricerca multidisciplinare e delle collaborazioni internazionali coinvolte.
Il lavoro del gruppo italiano, frutto di una collaborazione con enti di ricerca da Stati Uniti, Arabia Saudita, Francia e Regno Unito, apre nuove prospettive non solo per la comprensione della dinamica terrestre, ma anche per la valutazione del rischio sismico e vulcanico nelle aree circostanti. Le metodologie sviluppate potranno essere estese allo studio di altri margini continentali in fase iniziale di rifting, migliorando la capacità predittiva e favorendo lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali. In futuro sarà fondamentale continuare a integrare dati e affinare i modelli per tradurre queste scoperte in benefici concreti per la scienza e le comunità locali coinvolte.