
Maestra si laurea con il figlio: un esempio per le mamme
Nel luglio 2025, presso l’Università di Verona, una maestra di 42 anni ha discusso la sua tesi di laurea tenendo in braccio il proprio figlio. Questo gesto potente ha simboleggiato come maternità e studio possano coesistere e rappresenta un esempio di forza per molte donne lavoratrici e madri che desiderano realizzare i propri sogni anche dopo i 40 anni. La tesi, incentrata sulla condizione della donna nella storia, rinsalda il messaggio di emancipazione e uguaglianza, collegando esperienza personale e tematiche più ampie di genere. Questo evento ha dato voce e visibilità a una realtà sempre più presente in Italia, lottando contro stereotipi culturali e difficoltà pratiche.
Conciliare maternità e studi universitari è una sfida complessa a causa delle pressioni sociali, dell’organizzazione quotidiana e della scarsità di servizi di supporto adeguati. La protagonista di Verona ha dimostrato con coraggio come sia possibile farlo, contribuendo a un cambiamento culturale che valorizza la diversità e il coraggio di chi affronta questa doppia sfida. Tuttavia, il sostegno familiare rappresenta ancora il fulcro di queste storie: nel suo caso, marito e nonni hanno fornito un appoggio indispensabile. Ciò mette in evidenza una lacuna nelle politiche di welfare, poiché non tutte le donne possono contare su una rete così solida, rendendo necessari interventi sistematici.
Una proposta concreta emersa dall’esperienza della maestra riguarda l’istituzione di asili nido gratuiti presso le università e in ambito cittadino, a sostegno delle studentesse e lavoratrici madri. Questa misura, già sperimentata in altri paesi, potrebbe rappresentare un passo fondamentale per rendere l’università più inclusiva e accessibile. La storia di questa donna è anche fonte di ispirazione per chi, superati i 40 anni, desidera riprendere gli studi. Il suo sogno è insegnare storia alle scuole superiori, trasmettendo ai giovani non solo la passione per la materia ma anche valori di parità e resilienza. Il messaggio che emerge è chiaro: “Si può fare tutto”, con determinazione e supporto adeguato, aprendo la strada a una società più equa e inclusiva.