Interferenze Starlink: un rischio per i radiotelescopi

Interferenze Starlink: un rischio per i radiotelescopi

L'astronomia radiofonica si fonda sull’osservazione di segnali radio estremamente deboli provenienti dall’universo, ma l’espansione delle costellazioni satellitari in orbita bassa, come Starlink di SpaceX, sta creando un serio problema di interferenza. Lo studio della Curtin University condotto da Dylan Grigg ha dimostrato che il 30% dei dati raccolti dai radiotelescopi può risultare compromesso da emissioni non intenzionali dei satelliti, dovute a fenomeni fisici complessi e non a malfunzionamenti volontari. Questo inquinamento radio mina la qualità delle osservazioni e rende più difficile l’identificazione di eventi astrofisici rari, con effetti negativi sulla ricerca sia a breve che a lungo termine. Il nuovo radiotelescopio Ska, con la sua elevata sensibilità, rischia di essere particolarmente vulnerabile a queste interferenze, limitando il suo enorme potenziale scientifico. Il problema, tuttavia, non è esclusivo di Starlink: migliaia di satelliti in orbita contribuiscono alla congestione dello spettro radio, e con la crescita prevista della flotta satellitare, le interferenze potrebbero peggiorare. A livello globale si stanno valutando soluzioni come norme per zone protette, tecnologie di riduzione delle emissioni spurie e regolamentazioni internazionali, ma gli equilibri tra lo sviluppo tecnologico e la tutela della ricerca scientifica richiedono un impegno congiunto, dove prevalgano il dialogo e la cooperazione tra industria, scienza e istituzioni.