
Il settore linguistico canadese tra crisi e nuove sfide
Il settore linguistico canadese nel 2024 sta vivendo una significativa trasformazione segnata da un calo del 15% nelle iscrizioni ai corsi di lingua rispetto all'anno precedente. Questo declino è principalmente attribuibile alle politiche più restrittive sui visti e permessi di studio, accompagnate da tempi di emissione più lunghi e procedure burocratiche complesse, che hanno generato incertezza tra studenti internazionali. Le conseguenze di questa crisi si manifestano a livello economico, con una riduzione del 13% nel reddito istituzionale e impatti negativi sull'economia locale, oltre a compromettere il ruolo delle scuole di lingua come trampolino verso l’istruzione post-secondaria. Infatti, il numero di studenti che utilizzano il percorso linguistico per accedere all'università è diminuito drasticamente, indebolendo anche la diversità culturale nei campus canadesi e le strategie di internazionalizzazione del Paese. Parallelamente, si assiste a un aumento del 14% nelle iscrizioni ai programmi di lingua francese, fenomeno che rappresenta sia un'opportunità legata alle prospettive lavorative nelle province francofone, sia una possibile anomalia dovuta a uno spostamento dei flussi studenteschi. Le istituzioni linguistiche stanno reagendo con strategie di resilienza, inclusa l’offerta di corsi online e collaborazioni con università per garantire continuità educativa, ma sollecitano una maggiore interlocuzione con il governo per snellire i tempi dei permessi. Guardando al futuro, esperti raccomandano un profondo ripensamento delle politiche sui visti, una comunicazione coordinata del valore formativo canadese e una promozione dei programmi bilingui per rafforzare la competitività del settore e mantenere il Canada come meta privilegiata per studenti internazionali.