
Il rischio bolla sull’Intelligenza Artificiale
Negli ultimi cinque anni, l’Intelligenza Artificiale (AI) è divenuta il fulcro di investimenti e speculazioni, attirando enormi capitali da parte di aziende tecnologiche e investitori finanziari. Questa crescita rapida richiama alla mente la bolla dot-com degli anni Novanta, tanto che economisti come Torsten Slok mettono in guardia su un potenziale rischio bolla AI, con rischi sistemici anche superiori rispetto al passato. L’analisi del boom di investimenti—come i 60 miliardi di dollari previsti da Meta o i 50 miliardi raccolti dalle startup AI nel 2024—mostra una discrepanza tra le aspettative e i ritorni economici reali, con il settore che domina pesantemente l’S&P 500, soprattutto grazie al peso di Nvidia.
Il paragone storico con la bolla dot-com evidenzia come la valutazione di molte società sia alimentata più da aspettative che da solidi risultati finanziari. I segnali di allarme si manifestano attraverso parametri finanziari come il rapporto prezzo/utili (P/E) elevato per i titoli AI, che supera di gran lunga le medie storiche di mercato—indicando una possibile sopravvalutazione. La concentrazione del mercato nelle mani di pochi giganti tech aumenta la vulnerabilità del sistema finanziario globale: una flessione significativa nel valore di Nvidia o altre aziende chiave potrebbe avere effetti a catena sull’intero mercato.
L'impatto di una possibile bolla AI coinvolgerebbe investitori, aziende e società a vari livelli, con ripercussioni sulla fiducia e sulla capacità di innovare. Tre scenari sono ipotizzabili: un crollo brusco della bolla, una correzione graduale o una crescita sostenibile che giustifichi gli investimenti. Tuttavia, la maggior parte degli esperti sembra propendere verso i primi due scenari, consigliando prudenza e un’analisi realistica dei fondamentali economici per evitare che l’AI diventi una fonte di crisi anziché un motore di progresso.