
Gap lavorativo donne-uomini: un freno per l'Italia
Il gap lavorativo tra donne e uomini in Italia rappresenta un freno significativo per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Secondo le statistiche Eurostat 2025, l'aspettativa di vita lavorativa in Italia è di 32,8 anni, inferiore alla media europea di 37,2 anni, con una disparità di genere marcata: le donne lavorano mediamente 28 anni, nove in meno rispetto agli uomini. Questo divario è causato da fattori strutturali come la mancanza di servizi per l'infanzia, una cultura lavorativa poco inclusiva, il gap salariale e la difficoltà di conciliare carriera e maternità. Queste problematiche penalizzano il potenziale femminile e ostacolano la crescita economica italiana.
La situazione italiana si confronta negativamente con quella di Paesi europei come Svezia, Germania e Danimarca, dove politiche attive di welfare, congedi parentali flessibili e incentivi all'occupazione femminile favoriscono un mercato del lavoro più equo e inclusivo. L'educazione femminile, pur mostrando risultati scolastici positivi, non si traduce pienamente in partecipazione lavorativa a causa di barriere culturali e organizzative. La scarsa partecipazione delle donne incide anche sulla sostenibilità del sistema pensionistico e amplifica le disuguaglianze economiche e sociali.
Per superare questo gap sono fondamentali investimenti strutturali in servizi alla persona e politiche che promuovano la parità salariale e la valorizzazione femminile, soprattutto in settori meno tradizionali come STEM e imprenditorialità. Serve inoltre un cambiamento culturale per superare stereotipi di genere e garantire un'equa distribuzione dei carichi familiari. Solo così l'Italia potrà allinearsi ai migliori standard europei, migliorare competitività e giustizia sociale assicurando benessere a tutta la popolazione.