
Educazione fisica in Europa: priorità o optional?
L'educazione fisica in Europa si presenta oggi come un dilemma cruciale, segnato da un continente diviso tra un crescente problema di sedentarietà e obesità infantile e diverse strategie nazionali di integrazione dell'attività motoria nei sistemi scolastici. Essa non è più vista come un semplice elemento accessorio, ma come un indicatore chiave delle politiche educative e sanitarie pubbliche. Paesi come la Polonia dimostrano modelli virtuosi con un'educazione motoria obbligatoria e ben strutturata, accompagnata da infrastrutture e formazione mirata degli insegnanti, contribuendo a mitigare problemi sanitari e a promuovere una cultura del movimento. Altri, come la Francia e la Turchia, adottano approcci più flessibili, con attività opzionali o obbligatorie a scelta, puntando sulla diversificazione e inclusività ma con possibili limiti di accessibilità. Purtroppo, in alcune aree d'Europa meridionale, l'attività fisica scolastica è residuale e spesso sacrificata, aggravando rischi legati a salute e inclusione sociale. I dati evidenziano come una scarsa attività motoria influenzi negativamente non solo la salute fisica, ma anche il benessere cognitivo e sociale degli studenti, aumentando diseguaglianze e esclusione. Gli investimenti, la formazione e una visione culturale rinnovata risultano imprescindibili per garantire un futuro europeo in cui il movimento diventi una priorità diffusa e efficace, trasformando la scuola in un ambiente inclusivo e promotore di salute globale per tutte le nuove generazioni.