
Dazi USA-UE: il 30% di Trump è solo una mossa tattica
L’azione di Trump di imporre dazi del 30% sulle merci europee si inserisce in un contesto internazionale complesso, segnato da tensioni commerciali, inflazione e difficoltà geopolitiche. La decisione ha suscitato preoccupazioni ma anche una reazione relativamente contenuta dei mercati finanziari, che vedono in questa misura una mossa tattica più che un definitivo irrigidimento, puntando su un possibile compromesso negoziale tra le parti.
Le ripercussioni economiche sono rilevanti, colpendo settori chiave come automotive, agroalimentare, moda e macchinari industriali, e rischiando di alimentare un effetto boomerang sull’inflazione americana. L’Unione Europea, in un periodo di crescita debole e complessità politica interna, deve trovare una strategia comune efficace per negoziare con gli Stati Uniti, mentre Washington cerca di bilanciare la difesa della produzione nazionale e gli interessi strategici.
Nel complesso, i dazi appaiono come strumento di pressione negoziale e non come una condanna definitiva a una guerra commerciale aperta. La speranza è che prevalga il realismo, con un dialogo diplomatico che permetta di evitare danni economici rilevanti e salvaguardare il sistema multilaterale del commercio internazionale, offrendo un punto d’equilibrio tra le esigenze di competitività e cooperazione tra USA ed Europa.