Compagni IA tra gli adolescenti Usa: boom e rischi emergenti

Compagni IA tra gli adolescenti Usa: boom e rischi emergenti

Negli Stati Uniti si sta assistendo a una rapida diffusione dei compagni di intelligenza artificiale (IA) tra gli adolescenti, con il 72% che ha già interagito con questi amici virtuali e oltre la metà che li utilizza quotidianamente, soprattutto nelle fasce di età tra 12 e 17 anni. Questi interlocutori digitali sono integrati nelle attività pomeridiane e serali dei giovani, che li scelgono per motivi variegati: dal desiderio di ottenere consigli a quello di trovare un ascolto privo di giudizio, spesso percepito come più rassicurante rispetto alle relazioni umane tradizionali. Questo nuovo paradigma sta ridefinendo la socialità digitale giovanile, trasformando le interazioni con chatbot in momenti frequenti e significativi della giornata. Nonostante ciò, gli adolescenti mantengono una preferenza per le relazioni autentiche, riservando l’uso dell’IA a uno strumento complementare per colmare temporanei vuoti affettivi o difficoltà comunicative con la famiglia e gli amici.

Oltre ai benefici emotivi e sociali emergenti, sono evidenti rischi importanti riguardanti privacy e sicurezza. Un dato preoccupante è che il 25% degli adolescenti ha condiviso informazioni personali sensibili, inclusi segreti, con compagni IA, spesso senza consapevolezza delle possibili conseguenze. Questa esposizione nasce da una percezione erronea di sicurezza nell'interazione con una macchina, che abbassa le difese rispetto allo scambio con un essere umano. Tali dinamiche rendono i giovani vulnerabili a fenomeni di data scraping, profilazione non autorizzata e manipolazione, mentre la dipendenza emotiva alle IA conversazionali può alterare l’autonomia emotiva e le capacità di gestione relazionale umana. Il ruolo di famiglie e scuole diventa quindi cruciale per promuovere un’educazione digitale che aumenti la consapevolezza sui rischi, favorendo un uso maturo e responsabile della tecnologia.

In termini di prospettive, il fenomeno richiede un approccio integrato che coinvolga legislatori, educatori, genitori e sviluppatori di tecnologia. Le normative attuali negli Stati Uniti sono ancora insufficienti e frammentate rispetto all’evoluzione rapida degli strumenti IA; un rafforzamento delle tutele, ispirato anche a modelli internazionali come il GDPR europeo, è necessario per proteggere i minori. Le soluzioni future prevedono chatbot più sicuri, trasparenza sui dati trattati, facili modalità di cancellazione delle informazioni condivise e una partecipazione attiva dei genitori nella supervisione. Fondamentale è altresì mantenere e valorizzare i legami umani reali per garantire una crescita emotiva equilibrata. Solo così l’intelligenza artificiale potrà diventare un alleato nella formazione degli adolescenti, e non un rischio per la loro salute psicologica e sociale.