Addio a Goffredo Fofi: voce libera della cultura italiana

Addio a Goffredo Fofi: voce libera della cultura italiana

Goffredo Fofi, scomparso all'età di 88 anni, lascia un vuoto profondo nel panorama culturale italiano grazie al suo ruolo di intellettuale critico, organizzatore e animatore di riviste come "Quaderni Piacentini" e "Linea d'ombra". Nato a Gubbio, la sua formazione anticonvenzionale e l'empatia verso le marginalità hanno segnato un percorso caratterizzato dalla volontà di coniugare cultura e impegno civile, sostenendo un'intellettualità libera e autonoma che dialogasse con la società reale. Nei "Quaderni Piacentini" Fofi ha partecipato a una rivoluzione culturale che vedeva l'intellettuale come protagonista attivo nelle trasformazioni sociali, aprendo spazi di dialogo su temi quali la scuola, la questione meridionale e la democrazia partecipata, perseguendo sempre un impegno militante e attento alle voci escluse.

Con la fondazione di "Linea d'ombra" nel 1986, Fofi ha dato vita a una rivista che superava i confini disciplinari per offrire analisi ampie sulla contemporaneità artistica, letteraria e politica, promuovendo giovani critici e sostenendo l'autonomia di giudizio. Critico cinematografico innovativo, ha interpretato il cinema come fenomeno sociale e politico, come dimostra il suo celebre volume su Totò, rappresentando un punto di riferimento tra i maggiori critici italiani e contribuendo alla diffusione della cultura del cinema d'autore. Come saggista, ha espresso una voce schietta e militante, affrontando temi sociali come l'emigrazione, la scuola pubblica e la cultura popolare, affinché la cultura diventasse strumento di emancipazione collettiva.

La lezione di Fofi si fonda su un'etica della responsabilità e un impegno civile concreto, radicato nel dialogo, nella solidarietà e nel rispetto, portando nuovi modelli di intellettualità che parlano ancora alle generazioni odierne. La sua eredità vive nei giovani intellettuali, nelle rassegne culturali e nell'interesse sempre vivo per la cultura come strumento di trasformazione sociale. Le sue radici umbre, pura fusione di concretezza e aspirazioni universali, hanno alimentato un pensiero critico capace di superare provincialismi e di offrire un modello di militanza culturale essenziale nel panorama italiano. Nel ricordo unanime della comunità intellettuale, Fofi resta una figura imprescindibile, la cui coerenza e metodo invitano a continuare a pensare insieme, a criticare senza paura e a valorizzare la complessità come risorsa per il futuro.