
Microsoft: L’IA Taglia i Costi, Ma Aumenta la Disoccupazione
Microsoft ha annunciato massicci licenziamenti per 15.000 dipendenti nel 2025, collegati direttamente ai risparmi ottenuti grazie all’implementazione dell’Intelligenza Artificiale (IA). L’adozione di sistemi automatizzati come GitHub Copilot e chatbot nei call center ha permesso all’azienda di risparmiare oltre 500 milioni di dollari con un conseguente taglio significativo del personale. Questi cambiamenti riflettono un più ampio fenomeno di trasformazione digitale che sta ridisegnando il mondo del lavoro nel settore tecnologico, con profonde implicazioni occupazionali e sociali.
L’efficienza e la produttività ottenute dall’IA, sottolineate anche da figure come Judson Althoff, hanno reso possibile operazioni più veloci, precise e continue sull’intero globo. Tuttavia, questi benefici si traducono in drammatiche conseguenze per i lavoratori, soprattutto nelle mansioni ripetitive e di base, come quelle presenti nei call center o nelle posizioni di programmazione entry-level. Nonostante i tentativi dichiarati da Microsoft di investire in programmi di formazione e riqualificazione, la rapidità dei tagli rischia di lasciare molti senza adeguate opportunità di adattamento, aggravando la disoccupazione tecnologica e le disparità economiche.
Il caso Microsoft è emblematico e apre un dibattito etico e sociale sull’automazione estrema, alimentando preoccupazioni sia da parte dei lavoratori che delle organizzazioni sindacali. Altre grandi aziende tech stanno seguendo un percorso simile, evidenziando la necessità di un patto sociale che bilanci innovazione e tutela occupazionale. Il futuro del mercato del lavoro dipenderà dalla capacità di governi e imprese di gestire in modo inclusivo questa trasformazione, promuovendo formazione continua, protezioni sociali e politiche attive per un’evoluzione sostenibile e giusta.