
Stazioni appaltanti: come cambia la qualificazione ANAC
Il nuovo sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza, entrato in vigore il 1° luglio 2025, rappresenta una riforma fondamentale nell'ambito degli appalti pubblici italiani. Promossa da ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), la riforma mira a garantire maggiore trasparenza, professionalità e uniformità nelle procedure di gara pubblica. Con strumenti come un modulo di domanda digitale, FAQ e guide operative, il sistema impone agli enti di dimostrare competenze specifiche, esperienze, organizzazione e controlli interni, al fine di ottenere la qualificazione necessaria per poter operare. Una novità rilevante è l'introduzione della qualificazione con riserva, che consente alle amministrazioni con alcune carenze temporanee di proseguire adeguandosi entro tempi prestabiliti.
Dal punto di vista operativo, questa riforma comporta per le amministrazioni un notevole processo di adeguamento interno, che comprende formazione del personale, revisione delle procedure e digitalizzazione. Le criticità principali emergono soprattutto nei piccoli comuni, mentre l'adozione di strumenti digitali avanzati offre opportunità di crescita e innovazione per tutta la pubblica amministrazione. Per le centrali di committenza, la qualificazione richiede competenze e capacità coordinate più complesse, data la loro funzione centrale nel sistema degli appalti.
Le prospettive future del sistema qualificano l'intero mercato degli appalti pubblici italiano, prevedendo un aumento della qualità, trasparenza e fiducia tra amministrazioni e operatori economici, oltre a una gestione più efficiente delle risorse pubbliche. La qualificazione ANAC si configura quindi non solo come un requisito normativo, ma come un'occasione per migliorare il funzionamento e la competitività del settore, facilitando anche l'accesso a fondi europei mediante il rispetto degli standard del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.