Tensione tra Libia e UE: respinta la delegazione Piantedosi

Tensione tra Libia e UE: respinta la delegazione Piantedosi

Il respingimento della delegazione UE guidata dal ministro italiano Matteo Piantedosi a Bengasi segna un significativo punto di rottura nelle relazioni tra Libia ed Europa. La decisione, voluta dal primo ministro locale Osama Hammad e dal generale Belgassem Haftar, riflette sia la profonda frammentazione interna libica sia una strategia geopolitica complessa che mira a riaffermare sovranità e autonomia nei confronti della comunità internazionale. Questa mossa evidenzia le difficoltà diplomatiche che l’Italia e l’UE incontrano nell’affrontare la crisi libica, con un impatto diretto sulla gestione dei flussi migratori, una priorità cruciale per Roma.

Il ruolo di Piantedosi e la presenza nella delegazione europea simboleggiavano proprio l'intento italiano di assumere un ruolo guida negli affari sud-mediterranei, soprattutto nel controllo dell’immigrazione. Il rifiuto subìto costituisce quindi un duro colpo per l’Italia, che ora deve rivedere la propria strategia diplomatica in una regione caratterizzata da un potere frammentato e da una forte instabilità politica. La giustificazione ufficiale di Hammad, riguardante il mancato rispetto delle procedure, appare soprattutto come un mezzo per consolidare l’autorità di Haftar e per segnalare autonomia rispetto a Tripoli e all’UE.

Sul piano geopolitico, la mossa di Haftar potrebbe anticipare sviluppi più radicali, compresi scenari legati a un possibile colpo di Stato nel 2025, con l’obiettivo di rafforzare la propria posizione interna e internazionale. Questo quadro complessivo mette a rischio sia la cooperazione europea nella gestione migratoria sia la stabilità regionale, esponendo l’Italia e l’UE a nuove sfide diplomatiche e di sicurezza. Il futuro appare incerto: solo un dialogo multilaterale, coordinato e rispettoso delle sensibilità locali, potrà contribuire a superare la crisi e a garantire una visione strategica sostenibile nel Mediterraneo.