Crisi Ilva e Stellantis: industria italiana sotto pressione

Crisi Ilva e Stellantis: industria italiana sotto pressione

Nel 2025, l’industria italiana si trova a fronteggiare una doppia e intrecciata crisi: quella dell’ex Ilva di Taranto e quella degli stabilimenti Stellantis. Entrambe rappresentano simboli storici del progresso manifatturiero nazionale ma oggi sono avvolte da un clima di incertezza causato da fattori economici, politici e ideologici. La crisi dell’acciaio e il calo produttivo automobilistico evidenziano riflessi negativi sull’occupazione e sulle prospettive economiche soprattutto del Mezzogiorno, sollevando un acceso dibattito sulle scelte industriali, spesso condizionate da rigidità ideologiche e normative ambientali.

L’ex Ilva, ormai in una fase tormentata dopo varie gestioni, è al centro di trattative difficili tra governo, enti locali e parti sociali, con produzione in calo e investimenti insufficienti. La questione ambientale, benché legittima, è stata a volte utilizzata per bloccare sviluppi necessari, alimentando sfiducia e incertezza. La mancanza di una strategia chiara di rilancio rischia di portare a una riduzione drastica della produzione o addirittura a chiusure, con gravi conseguenze occupazionali e sull’intera filiera dell’acciaio, fondamentale per l’autonomia industriale italiana.

Anche gli stabilimenti Stellantis risentono di un calo produttivo del 26,9% nel primo semestre 2025, frutto di fattori esterni legati al mercato globale e normative europee e di una carenza di strategia nazionale per il settore automotive. Il dialogo tra azienda, sindacati e politica è spesso sterile, con sindacati preoccupati per l’occupazione e rischio di delocalizzazioni e istituzioni fragmentate. Questo scenario incide sull’indotto, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e accentuando il disagio sociale con necessità urgenti di scelte coraggiose e programmazione strategica per salvaguardare il tessuto industriale italiano.