Uniformi scolastiche e PFAS: verso una regolamentazione europea

Uniformi scolastiche e PFAS: verso una regolamentazione europea

Il crescente interesse nell'Unione Europea sulla sicurezza degli studenti si focalizza recentemente sulle uniformi scolastiche e la presenza di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nei tessuti impiegati. Questi composti chimici, usati per rendere i capi resistenti a macchie e acqua, sono soggetti a crescenti preoccupazioni a causa della loro persistenza ambientale e dei rischi per la salute legati all’esposizione prolungata. La Commissione Europea ha inserito i PFAS tra le priorità regolatorie, con una forte pressione da parte di associazioni e genitori, particolarmente attivi nel Regno Unito. Diversi paesi europei, fra cui Italia, stanno considerando adeguamenti legislativi per eliminare queste sostanze dalle divise scolastiche.

Studi recenti hanno rilevato una significativa presenza di PFAS nelle uniformi scolastiche europee, dovuta soprattutto all’esigenza di abbigliamento pratico e duraturo. Sebbene utili a breve termine, questi tessuti rilasciano microparticelle tossiche che possono essere assorbite dagli studenti tramite la pelle o l’aria, rappresentando un rischio di lungo periodo. Nord Europa, Francia, Germania, Spagna e il Regno Unito hanno avviato iniziative di sostituzione con materiali naturali e privi di PFAS, mentre in alcune nazioni si sta discutendo l’introduzione di limiti stringenti o divieti.

I PFAS sono noti come sostanze chimiche eterne, difficili da degradare, con impatti negativi sulla salute umana come alterazioni endocrine, danni immunitari e un maggior rischio di tumori e problemi neurocognitivi nei bambini. Nel Regno Unito, la mobilitazione civica ha portato a proposte di legge per vietare i PFAS negli indumenti scolastici, con emendamenti al Children’s Wellbeing and Schools Bill che mirano a un bando immediato e a linee guida più rigorose. In Italia e altri paesi, si valutano normative simili per garantire uniformi sicure, attraverso controlli, trasparenza produttiva e alternative eco-compatibili, in un quadro che punta alla tutela della salute e alla sostenibilità ambientale delle scuole europee.