Legge sul Fine Vita: Tra Ostruzionismi, Paure ed Etica. L'Italia di Fronte all'Eutanasia nel 2025

Legge sul Fine Vita: Tra Ostruzionismi, Paure ed Etica. L'Italia di Fronte all'Eutanasia nel 2025

Il tema della legge sul fine vita in Italia nel 2025 rappresenta un campo di scontro tra visioni culturali, politiche e religiose profondamente diverse. Il dibattito si concentra sull’adozione di un testo base approvato il 2 luglio 2025, che tenta di recepire la sentenza della Corte Costituzionale 242/2019, ma suscita forti opposizioni e paure di abusi. La legislazione italiana, storicamente prudente, sta evolvendo verso un riconoscimento più chiaro dei diritti individuali, ma le divisioni tra maggioranza di centrodestra, opposizione progressista e laicato cattolico rimangono profonde, e rappresentano differenti interpretazioni della dignità umana, della libertà e del ruolo dello Stato.

Le critiche principali riguardano rischi di abusi, specialmente verso categorie vulnerabili, e la contestata definizione di "malattia irreversibile". Il centrodestra manifesta forti riserve temendo derive eutanasiche che indeboliscano la tutela della vita, mentre la sinistra spinge per riforme che garantiscano autodeterminazione e maggiori tutele. Importante anche la voce cattolica che insiste sulle cure palliative e l’accompagnamento spirituale, opponendosi all’eutanasia come violazione del valore sacro della vita.

In Parlamento, i lavori sono bloccati da ostruzionismi e scarsa collaborazione, con votazioni spesso basate su posizioni di partito più che sul merito. Le implicazioni pratiche per i cittadini sarebbero numerose: nuovi diritti, ma anche iter burocratici complessi e necessità di rafforzare il sistema sanitario. Il futuro della legge dipenderà dalla capacità di mediazione politica e dal confronto con i valori sociali profondi, influenzando il modo in cui l’Italia affronta il tema della dignità nel fine vita.