
"La casa della gioia": tra fragilità e riscatto
"La casa della gioia" è il nuovo romanzo di Enrico Di Stefano, che si distingue per l’originalità della narrazione e l’approfondimento psicologico delle vicende umane, ambientate in un bordello di lusso a Campobasso. La scelta dell’ambientazione in questa città molisana, lontana dalle grandi metropoli, conferisce al romanzo un particolare spessore sociale e culturale, evidenziando le contraddizioni e le speranze di una realtà provinciale. La struttura del bordello, con le sue regole e il rispetto tra le donne, rivela un microcosmo complesso dove la dignità umana è preservata nonostante le difficoltà. Le protagoniste, donne segnate dalla fragilità ma capaci di straordinaria resilienza, rappresentano il cuore pulsante del romanzo. Attraverso storie di madri single, ragazze dell’Est Europa e altre vite difficili, Di Stefano offre un ritratto umano intenso, evitando facili pietismi. In controtendenza rispetto ai personaggi maschili, spesso cinici e superficiali, emerge un contrasto che mette in luce le dinamiche di potere e di speranza contenute nella narrazione. Il romanzo svolge anche un’importante funzione sociale, restituendo un affresco della condizione femminile e delle sfide di una società segnata da pregiudizi e precarietà. Lo stile asciutto e diretto di Di Stefano, insieme al valore etico e umano dell’opera, ne fanno un testo significativo nella narrativa sociale italiana. "La casa della gioia" si impone così come un’opera capace di illuminare con autenticità e coraggio le sfumature della condizione umana, offrendo una narrazione di riscatto e speranza che coinvolge e interroga profondamente il lettore.