L’economia del mare in Italia: pilastro di crescita e lavoro

L’economia del mare in Italia: pilastro di crescita e lavoro

L’economia del mare in Italia si configura come un settore strategico fondamentale per la crescita nazionale, andando ben oltre mere attività tradizionali come il turismo balneare o la pesca. Comprende infatti realtà complesse come l’industria cantieristica, la logistica portuale, le biotecnologie marine, l’energia da fonti rinnovabili marine e la tutela ambientale. Con oltre 228mila imprese attive e un valore aggiunto che supera i 64,6 miliardi di euro, il comparto contribuisce per il 3,5% al PIL nazionale, evidenziando non solo un rilevante apporto economico, ma anche una significativa capacità occupazionale e innovativa. Più di un milione di addetti lavorano in questo settore, con una crescita occupazionale recente del 6,6%, che riflette il dinamismo e il potenziale di sviluppo in ambiti tradizionali e tecnologici, comprese nuove figure professionali orientate alla sostenibilità e alla tutela ambientale.

L’economia blu in Italia possiede un forte effetto moltiplicatore sulle altre industrie, incentivando la nascita di nuove imprese e l’adozione di innovazioni tecnologiche soprattutto in logistica, energie rinnovabili e ricerca marina. Le imprese variano da piccole realtà familiari a grandi gruppi multinazionali, coinvolgendo anche aree meno industrializzate come il Sud Italia e le isole, contribuendo così alla coesione sociale e allo sviluppo territoriale. La formazione specialistica, con corsi universitari e tecnici in discipline marine, gioca un ruolo cruciale nell’aggiornamento delle competenze, preparando figure professionali in grado di gestire le sfide della transizione digitale ed ecologica del settore.

Infine, il futuro dell’economia del mare si intreccia strettamente con la sostenibilità ambientale, essendo imprescindibile un bilanciamento fra sviluppo economico e tutela degli ecosistemi marini. Inquinamento, erosione costiera e cambiamenti climatici richiedono strategie innovative e collaborazione tra pubblico e privato per implementare pratiche green, promuovere aree protette, e diffondere la sensibilità ambientale. Investendo in formazione, innovazione e responsabilità ambientale, l’Italia può consolidare la leadership nel settore, garantendo benessere economico e nuove opportunità occupazionali per le future generazioni nel solco di una blue economy sostenibile e competitiva.