
Intelligenza artificiale: uso diffuso, conoscenza carente
L'intelligenza artificiale (IA) in Italia sta vivendo una rivoluzione silenziosa ma pervasiva, come evidenziato dal Quinto Rapporto Ital Communications-IISFA del 2025. Si scopre che il 77% degli italiani utilizza quotidianamente strumenti basati su IA, spesso in modo inconsapevole, mentre solo il 7% possiede una conoscenza approfondita del tema. Questa disparità tra uso esteso e comprensione limitata crea un paradosso sociale e culturale, evidenziando un gap che rischia di generare nuove vulnerabilità digitali e accentuare il divario tra aree urbane e regioni meno servite. L’indagine, condotta su un campione rappresentativo, rileva inoltre una diffusa ambivalenza nei confronti dell’IA: se da un lato molti riconoscono le sue potenzialità, dall’altro persistono diffidenze legate a rischi occupazionali e privacy, soprattutto in chi ha meno informazioni e istruzione. Importante è anche l’ampia richiesta di formazione digitale, che coinvolge tutte le età e settori, sottolineando l’urgenza di un’alfabetizzazione completa, etica e tecnica fin dalla scuola primaria. Le istituzioni e la scuola sono chiamate a guidare questo percorso, affinché le opportunità offerte dall’IA possano essere colte evitando esclusioni e rischi etici. La sfida italiana per il futuro dell’IA non è solo tecnologica, bensì culturale, e richiede un impegno condiviso per diffondere una consapevolezza profonda e diffusa, in modo che la rivoluzione digitale sia governata dalla qualità della conoscenza e non solo dalla quantità degli utenti.